mercoledì 21 agosto 2013

Maledetti francesi!

Chi lo diceva? L'ispettore Clouseau? Non ricordo da dove l'ho presa, ma so che abbiamo citato molte volte questa frase (pronunciata con accento francese) durante una gita che abbiamo fatto mentre eravamo in vacanza in Liguria.
Siamo andati nella cittadina di Grass, autoproclamatasi capitale mondiale dei profumi, e posto veramente incantevole. Negozietti, ristorantini, una bella cattedrale che ospita tre quadri di Rubens, saponette ed essenze ovunque, insomma il classico paese da cartolina che è un piacere visitare. Ma il contesto da cartolina non dà da mangiare, soprattutto non dà da mangiare senza glutine.

Siamo partiti con panini al seguito, abbiamo pensato che al massimo ci saremmo rifugiati da un McDonald's, non proprio una cenetta coerente con il contesto, ma i bambini sono contenti e si mangia con poco, per cui va bene così. Girando per Grass abbiamo incontrato un numero incredibile di ristoranti, boulangerie, creperie e tutto quanto è tipico del "mangiar fuori" francese, tutto bello, ordinato, romantico, estivo, ma nessuno che parlasse di glutine o senza glutine. Un po' abbacchiati siamo ritornati al progetto originale e abbiamo ripiegato sul più prosaico McDonald's, ancora gasati dalla recente introduzione dei panini senza glutine in Italia.
"Se sono arrivati da noi, figurati in Francia..."




Quando sono andato ad ordinare sembravo Totò nella celebre scena con il vigile milanese. Intendiamoci, il mio francese ha una sua onestà, ma la cameriera quando parlavo di "sans gluten" sembrava che ascoltasse un marziano. Io le mostravo orgoglioso il mio panino della Bi-Aglut portato da casa, ma lei proprio non capiva. Prima mi ha assicurato che non avrebbe messo la cipolla (forse perché le ho spiegato che il problema riguardava mio figlio e di solito i bambini non la gradiscono), poi siamo passati ai cetrioli, quando sono riuscito a focalizzare la sua attenzione sul pane mi ha proposto di darmi solo l'hamburger. Ho rinunciato in partenza a introdurre il concetto di contaminazione.
Stavo per arrendermi ma sono intervenuti due signori che parlavano italiano offrendosi di fare da interpreti. Come detto, parlo un po' di francese, ma non padroneggio la lingua con disinvoltura e la faccia da questo cosa sta dicendo? della cameriera mi faceva dubitare di essermi espresso correttamente. Insomma i due hanno ascoltato il mio problema, non lo hanno capito più di tanto, ma lo hanno tradotto alla ragazza. A quel punto, finalmente, si è accesa la lampadina: "bien sure, nous avons des sandwiches sans grains!" Voleva darmi un normalissimo panino senza i semini sopra.
Siamo tornati a mangiare in Italia, quel paese sfigato che in sette mesi non mi ha mai offerto una così palese dimostrazione di ignoranza. Certo, capita spesso che i ristoranti non abbiano niente senza glutine, ma che non sappiano di cosa stiamo parlando proprio non mi è mai successo.
Au revoir

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